Eva Quartet è il risultato di una rigorosa selezione
all’interno di un migliaio di aspiranti e si compone di quattro giovani soliste
appartenenti al famoso coro femminile "Le Mystere des Voix Bulgares".
Il gruppo si forma spontaneamente nel 1995 e trova immediatamente un linguaggio
comune e una comunanza di interessi, basati su uno stile di canto molto
preciso, su una tecnica di eccellenza ma anche sul desiderio di andare oltre.
Il repertorio comprende brani popolari e del folclore delle diverse regioni
della Bulgaria, ma anche inni religiosi e musica moderna. Una formazione di
canto a cappella che si apre alla ricerca di una vocalità più libera e ad
esperienze diverse con musicisti jazz come Veselin Nikolov and Antoni Donchev,
con compositori moderni come Krassimir Kjurkchiski, con gruppi di musica antica
ed etnica come Fanfare Ciocarlia, Muzsikas con Marta Sebestyen Trio Mediaeval,
VeDaKi Group, Haig Yazdjian, A Filletta, Ivan Spassov e perfino con progetti
sperimentali e personalità di spicco come Hector Zazou. (www.itinerarifolk.it)
Gergana Dimitrova, soprano
Sofia Kovacheva, mezzosoprano
Evelina Stoilova, alto
Daniela Stoichkova, contralto
Milen Ivanov, direttore
Gergana Dimitrova, soprano
Sofia Kovacheva, mezzosoprano
Evelina Stoilova, alto
Daniela Stoichkova, contralto
Milen Ivanov, direttore
I brano che segue è accompagnato dai versi di un’amica bulgara
del blog.
Sembra un suono fermatosi nell’aria, sotto la pioggia delle foglie
autunnali.
Un suono leggero, tremante,
gioioso in un modo doloroso e triste in un modo allegro.
Appeso tra una estate che non
c’è più e un inverno in dubbio se arrivare.
Tra un passato glorioso e un
futuro insicuro.
Un suono che sembra un sussurro
dei pini sulle montagne rodopee che portano nelle loro chiome più di “cent’anni
di solitudine” e un’eternità di luce e vita.
Un suono avvolto con il mistero
di voci che sanno percorrere mari e boschi, volare secoli verso l’attimo di
oggi.
Un suono in cui c’è tutta la
dolcezza di un amore profondo come il cielo aperto d’autunno.
Un suono lungo come l’infinito
del blu.
Un suono che porta dentro sé
tutta la tristezza e lacrime negli occhi di un popolo che sa soffrire.
Un suono che brilla con la magia
del brivido quando una bellezza ti tocca.
Quella bellezza quando il cuore
ti si apre per abbracciare un mondo nuovo.
Un suono-grido nel silenzio di
lunghe notti e temporali nell’anima.
Un suono in cui c’è tutta la
musica di respiri in cerca della libertà. Tutto il cielo. Tutta la terra.
Un suono che gioca su quel
sottile filo della vita che ci lega tra i sogni di notte e i sogni di giorno.
Un suono appeso tra me e te.
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