Colto da un infarto si è spento nella tarda serata di ieri Pino Daniele, avrebbe compiuto 60 anni il 19 marzo.
Aveva iniziato la sua avventura nel mondo della musica nel pieno dell'esplosione del rock jazz, nel 1975, dividendosi tra l'attività di sessionman e quella di cantante e autore, ma l'esordio discografico arriva l'anno successivo, quando pubblica il suo primo singolo, "Che calore", che lo porta all'attenzione del pubblico. E' con "Terra mia" del 1977, il suo primo album, che Pino Daniele mette a fuoco la sua musicalità, le sue doti di autore, interprete e chitarrista, assieme ad un gruppo di musicisti, tra i quali James Senese, Enzo Avitabile, Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Ernesto Vitolo, Rosario Jermano, Joe Amoruso, Tony Cercola che saranno assieme a lui responsabili del rinascimento musicale napoletano e che, con Agostino Marangolo e Tony Esposito, collaboreranno con lui per tutta la vita. Basta ricordare canzoni come l'inarrivabile "Napul'è" o "Terra mia" e "'Na tazzulella 'e cafè" per comprendere come Daniele, poco più che ventenne, avesse già saputo trovare uno stile personalissimo e inconfondibile. Ma è con "Nero a metà" del 1979 che Daniele diventa una star del nostro panorama musicale, un album di straordinaria bellezza e originalità, il disco che meglio ha raccontato Daniele, la sua anima, il suo essere profondamente partenopeo e al tempo stesso cittadino del mondo, in grado di mescolare soul, blues, jazz, rock, tradizione, in un insieme coloratissimo e appassionante, che in canzoni come "I say i' sto 'cca" o "Quanno chiove" incontrava magicamente il cuore del pubblico. (fonte La Repubblica)
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